da Carl Gustav Jung-Italia
« […] È facile amare qualcun altro, ma amare ciò che sei, quella
cosa che coincide con te, è esattamente come stringere a sé un ferro
incandescente: ti brucia dentro, ed è un vero supplizio. Perciò amare in
primo luogo qualcun altro è immancabilmente una fuga da tutti noi
sperata, e goduta, quando ne siamo capaci. Ma alla fine i nodi verranno
al pettine: non puoi fuggire da te stesso per sempre, devi fare ritorno,
ripresentarti per quell’esperimento, sapere se sei realmente in grado
d’amare. È questa la domanda – sei capace d’amare te stesso? – e sarà
questa la prova. […] »
(C.G.Jung, Lo Zarathustra di Nietzsche, Seminari)
(grazie mille a Teresa d’Anna per questa magnifica segnalazione)
(C.G.Jung, Lo Zarathustra di Nietzsche, Seminari)
(grazie mille a Teresa d’Anna per questa magnifica segnalazione)
«Si fa di tutto, anche le cose più strane, pur di sfuggire alla propria anima. (…)tutto, perché non si sa affrontare sé stessi.»
(C.G.Jung)
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