lunedì 27 gennaio 2014

Quello “stare insieme” che non arriva però all’intimità. Il “noi” che sostituisce l’Io. (Berne; Barthes; R.Bach)

individualitàà gruppo partecipazione mistica woman-leaves-crowd
E' in effetti un equilibrio da conquistare, la dimensione collettiva o comunitaria della vita pubblica, politica,  in relazione dialettica(o dovrebbe esserlo) con la dimensione dell'intimità che spesso si sfugge quando si fugge da sè. Una profondità che si conquista in due.L.N.

 by Emanuele Casale

«Per pochi fortunati esiste qualcosa che trascende ogni classificazione del comportamento, ed è la consapevolezza; qualcosa che si leva al di sopra della rievocazione del passato, ed è la spontaneità; e qualcosa che è più soddisfacente dei giochi, ed è l’intimità. Ma sono tre cose che possono rivelarsi insopportabili e addirittura pericolose per chi non vi è preparato. Forse costoro stanno meglio così come sono, cercando la loro soluzione nelle tecniche popolari di azione sociale, come quello “stare insieme” che è un modo di vivere con gli altri senza arrivare per questo all’intimità. Questo significa forse che se non c’è speranza per l’umanità, c’è almeno speranza per i singoli esseri umani.»
(Eric Berne, psicoterapeuta americano di origine canadese)
«L’opposto di solitudine non è stare insieme. È stare in intimità.» (Richard Bach)

«Il soggetto umano è cambiato: l’intimità e la solitudine hanno perduto il loro valore, le qualità individuali sono divenute sempre più di tutti, il singolo ricerca la collettività, la moltitudine, spesso parossistica musica, l’espressione del noi invece che espressione dell’io.»
(Roland Barthes 1915-1980, saggista, critico letterario e semiologo francese)

venerdì 24 gennaio 2014

Elogio all'amore di Alain Badiou

«Io non credo che l'amore sia la conoscenza dell'altro. Credo che, nel corso di un amore, e non solamente nell'illuminazione iniziale, si possa costruire un'esperienza del mondo decentrata rispetto alla visione individuale, al narcisismo. Il mondo di cui io faccio esperienza, la mia vita, il tempo che trascorre, sono modificati dalla presenza dell'altro. Questo è ciò che chiamo amore. Il mondo del Due si è sovrapposto al classico mondo dell'Uno». Cos'è davvero l'amore, perché è da sempre al centro della letteratura e dell'arte, perché è l'orizzonte finale della religione e della politica e più in generale delle nostre vite, miraggio di chi lo cerca disperatamente, porto d'arrivo di chi davvero l'ha trovato? Badiou riflette su tutto questo, osserva l'amore da ogni punto di vista, dalla campagna pubblicitaria del sito di incontri online Meetic alle opere di Beckett, passando per il cristianesimo e la politica, e risponde in modo straordinario a questioni filosofiche già poste da Platone. Oggi, racconta Badiou, l'amore è doppiamente minacciato. A «destra» sembra essersi affermata una concezione liberale, quella dell'amore a rischio zero, che non è che un prolungamento ideale del matrimonio combinato e del regime del contratto economico. A «sinistra» si staglia invece una minaccia di puro edonismo, un'ossessione sulla propria libertà personale che nega e rifiuta l'amore a vantaggio del solo piacere. Queste visioni liberali e libertarie convergono infine in chi vede l'amore come un rischio del tutto inutile, perché incapace di apportare nelle nostre vite qualcosa di vantaggioso, o di realmente piacevole. Da queste premesse Badiou innalza il suo toccante e sentito Elogio. Perché l'amore per questo grande scrittore e intellettuale è l'apparizione improvvisa del «due», del diverso, dell'alterità. Perché è un'autentica esperienza metafisica del tempo». Perché è l'unico rischio che ci dà la forza e il coraggio di affrontare e rivelare a noi stessi la verità della vita.

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A Tor San Lorenzo Lianna ha ripreso l'animazione teatrale con i bimbi della scuola primaria!!!!!!
Quali saranno gli spettacoli quest'anno?