PER UN LABORATORIO ATTIVO DI CITTADINANZA: DIFFERENZE, PARI OPPORTUNITÀ, ETICA SOCIALE.
di Laura Nanni
Questo è un percorso rivolto agli studenti delle scuole superiori che si svolge in 3 fasi: 3 laboratori che hanno una fase teorica e una pratica-partecipativa, attraverso attività e dibattiti.
Il Paesaggio delle Emozioni e la luce della Ragione nella Società contemporanea.
I. L’emozione è un’esperienza infinita, genera pensieri refrattari alla razionalizzazione e alla logica; le emozioni disegnano il paesaggio della nostra vita spirituale e sociale, lasciano un segno nelle nostre vite, le rendono irregolari, imprevedibili, incerte… quando ci introduciamo nel mondo dell’arte, della letteratura, della psicanalisi, siamo predisposti a metterci in contatto con la dimensione emotiva. Ma nella nostra vita quotidiana, nelle nostre attività e scelte, siamo in ascolto di ciò che le emozioni ci indicano? Molte sono le teorie e gli autori, specialisti, che se ne sono occupati.
In questa relazione, affronto soprattutto il versante cognitivo-conoscitivo dell’emozione, ma riscattata dall’ ambito solo irrazionale in cui è stata relegata dalla filosofia antica, seguendo il discorso che la filosofa americana Martha Nussbaum nel suo saggio L’intelligenza delle emozioni propone: una teoria cognitivo-valutativa delle emozioni. Avvalendosi di fonti psicoanalitiche, antropologiche, filosofiche e letterarie, M.N. sceglie le emozioni come criterio di analisi del reale, sia a livello individuale che sociale. Da Aristotele coglie il tema dell’eudaimonia, la prosperità umana, come nucleo della ricerca e della capacità cognitiva rispetto ai progetti e alle aspettative, cioè all’ idea individuale di eudaimonia. Le emozioni, nella ricerca della realizzazione della propria prosperità infatti, fungono da guida.
Le emozioni sono reazioni intelligenti alla percezione dei valori: sono collegate al giudizio etico, perché sono parte costitutiva del sistema del ragionamento etico. Solo accettando di viverle, siamo pienamente e consapevolmente umani, consci della fragilità e della finitezza della nostra condizione.
Abbracciano tutta la nostra vita, ci trasmettono le strutture profonde della società. Raccontano la storia del nostro rapporto con gli oggetti amati (oppure odiati) nel corso del tempo, dall’ infanzia. Se ci dedichiamo con uno sguardo retrospettivo a riconoscere il percorso della nostra storia personale, mettendo a fuoco il movimento delle emozioni che ci hanno attraversati, possiamo giungere ad un’auto comprensione, ritrovando l’origine dei principi che ci connotano.
La teoria cognitivo-valutativa delle emozioni contempla la necessità di una conoscenza e di una comprensione della psicologia umana ai fini dello sviluppo del pensiero etico. La dimensione etica si intreccia con la dimensione emotiva perché le emozioni si intrecciano nello sviluppo cognitivo alla formazione di pensieri e concetti.
Sono il carburante del meccanismo psicologico, sono parti altamente complesse del ragionamento, ma questa loro complessità non risponde al principio di non contraddizione.
Merita cura e attenzione lo sviluppo emotivo, che è una parte della nostra capacità di ragionare come esseri umani, senza questa parte, il nostro ragionare come abitanti della polis, (perché politica è la natura dell’umanità) risulta amputato.
Ognuno viene al mondo portando la novità della propria vita in mezzo alla pluralità, in un mondo popolato da millenni. Apprende una lingua attraverso la quale viene in-formato dalla cultura e dalla struttura sociale del luogo in cui vive. Le emozioni ci mettono in contatto con le concezioni del Bene umano, del Bene comune e delle differenti concezioni di bene, contribuiscono alla formazione delle decisioni che prenderemo nel nostro agire sociale. La naturale ricerca dell’eudamonia individuale per essere appagante, deve sfociare in una eudamonia condivisa. Appare evidente che un ruolo fondamentale nel costruire il repertorio emotivo di una società lo abbiano le norme sociali, come vengono trasmesse, recepite e assimilate, come vengono messe in atto.
FASE LABORATORIALE
Attività di riflessione e di scambio che si svolgono a partire da azioni e dal movimento, per ritrovare e riscoprire emozioni e connessioni con comportamenti individuali e di gruppo. Teatro sociale.
II. Osserviamo la nostra società, partendo dall’ analisi proposta da Elena Pulcini (filosofa e accademica italiana, docente di filosofia sociale presso l'Università degli Studi di Firenze) nel suo testo L’individuo senza passioni. Individualismo moderno e perdita del legame sociale. Il cuore è l’emergere della necessità di ripensare le forme dell’essere-in-comune capaci di riattivare la partecipazione alla vita pubblica.
E.P. descrive l’individualismo della società contemporanea come una condizione in cui prevalgono le passioni narcisistiche, acquisitive, del desiderio di potere e dell’autoaffermazione senza limiti, contro l’altro o gli altri che sono considerati ‘i nemici’. In questo desiderio di distinzione e di autoaffermazione si perde il legame emotivo, l’identità che si afferma in questo modo non è più di tipo relazionale, l’io perde se stesso, la propria interezza, l’autenticità. La nostra società è caratterizzata da comportamenti che denotano la perdita del legame sociale. Si rivela negli atteggiamenti di chiusura o di indifferenza, per cui molto spesso non ci interessa ciò che accade, intorno e vicino a noi, e neppure mette in moto pensieri o emozioni verso gli altri, che dovrebbero nascere spontaneamente.
J. J. Rousseau, XVIII secolo, mise la ricerca di autenticità individuale in relazione con la costruzione di legami più giusti, con l’attenzione che si ha verso gli altri: quando l’altro-a non è il nemico ma è fratello, sorella, amico-a, alleato-a. Da questo atteggiamento deriva la possibilità di una convivenza civile generatrice di giustizia sociale. Nella sua analisi sociale aveva valorizzato la struttura emotiva dell’individuo femminile, che riconosceva alternativa a quella dell’individuo acquisitivo impostasi con il modello maschile, monolitico, universale, nella società. La struttura che aveva identificato come femminile infatti è fondata sulla cura e sull’amore per l’altro. Il limite di questa impostazione è che la cura era confinata nella dimensione privata, quella in cui si trovavano prevalentemente le donne di quell’epoca storica. In questa visione c’è una separazione tra il privato e il pubblico che, come abbiamo già puntualizzato con la storia del movimento femminista, deve essere superata, in quanto il privato è politico. Infatti questa visione ha consentito l’emancipazione femminile in una società in cui alle donne era preclusa l’attività al di fuori della cerchia familiare, la presenza attiva nell’ impegno politico e nelle decisioni.
Un’etica sociale e politica adeguata, non può segmentare la vita degli individui per occuparsi solo di ciò che riguarda gli aspetti produttivi, organizzativi, tecnici, senza toccare le dimensioni fondamentali e qualificanti dell’umanità nella sua interezza. Nella società contemporanea dilaga l’individualismo quando il fondamento e il fine sono dettati solo dai valori di una società industrializzata, razionalizzata, consumistica, in cui l’umano imita il non-umano, invidia l’efficienza e la mancanza di difetti delle macchine, in cui l’efficienza sostituisce il valore. La perdita del legame con l’altro-a, è all’ origine dell’assuefazione all’ingiustizia sociale, all’ indifferenza per la violenza a cui si assiste, all’ aggressività che si esercita nei confronti degli altri.
L’ideale di autenticità custodisce una dimensione etica e societaria che non è utopia, anzi, già è diventata norma, ci è sufficiente guardare alla nostra Costituzione, che può essere un modello per uno sviluppo sociale più equo, se teniamo fede ad essa.
Però…da questa perdita o mancanza di legame comunitario, può nascere il desiderio di legame, di relazione e di appartenenza. Allora si può vivere la realtà e dargli un altro senso, quello del desiderio di condivisione e del dono; c’è allora il riconoscimento della comunità, dell’altro come donatore di senso della propria esistenza. La passione non è più acquisitiva, ma diventa quella del dono, crea reciprocità piuttosto che distanza e ostilità. Può diventare una scelta consapevole e può esser fatta da ogni essere umano, un atto concreto che si rinnova all’infinito e può dilagare nella società, trasformando le reti relazionali.
In questa scelta di vita, non si perde la propria identità, perché convivono l’individualismo, che ci identifica da una parte come esseri unici e ‘diversi’, con un nostro proprio sentire, e dall’altra con l’appartenenza comunitaria; le polarità si ricompongono nell’individuo comunitario.
FASE LABORATORIALE
Quale relazione abbiamo con queste? Nel concreto, pensiamo alla legge fondamentale del nostro stato, alla nostra Costituzione. Qual’ è la società che vediamo e viviamo e quale quella che immaginiamo o che vorremmo realizzare?
E la ragione? Il pensiero della differenza e le filosofe.
III. Non solo emozioni, ma una razionalità altra e diversa è quella di cui voglio parlare in questa ultima parte della mia relazione.
La luce della ragione è necessaria ma non sufficiente se insieme a questa non contempliamo anche l’interezza del nostro essere umani e sociali. Il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce, Blaise Pascal.
Ma torno al XX secolo, alle autrici, filosofe e scrittrici che hanno percorso sentieri diversi da quelli più noti; in loro si rintraccia la costruzione di un pensiero che rinuncia programmaticamente al suo manifestarsi come volontà di dominio, che rinuncia ad una sua presuntuosa univocità, per aprirsi al movimento inarrestabile dei concetti e delle cose.
Di queste autrici, ricordo solo alcuni nomi: Simone Weil, Hannah Arendt, Maria Zambrano.
Sono filosofe che hanno tenuto insieme la ragione e l’intuito, che si sono misurate con la forza del pensiero senza farsi abbagliare dalla volontà di potenza che essa può sottendere.
Simone Weil scrisse nei suoi quaderni: “noi sappiamo per mezzo dell’intelligenza che ciò che l’intelligenza non afferra è più reale di ciò che essa afferra”. In questa frase ritroviamo il suo legame con il pensiero di I. Kant, il grande filosofo dell’illuminismo, amato e studiato e poi oltrepassato con la sua riflessione.
Simone Weil sosteneva che il metodo della filosofia dovrebbe essere quello di concepire in modo chiaro i problemi insolubili nella loro insolubilità, nel senso che si deve saper contemplare, aspettare, sperare e riconoscere che ci sono punti non risolvibili solo con lo strumento netto del criterio razionale. Il contatto con la realtà, con gli altri, nella concretezza ci porta a riconoscere quei valori (bene, giustizia, verità) che ci sembrano astratti e lontani, ma che troviamo incarnati negli esseri umani, nelle loro differenze. Il rispetto dovuto ad ogni singolo essere umano non risiede nel suo essere dotato di ragione, piuttosto è correlato al suo avere un cuore, unica sorgente di quell’esigenza di bene che è la sola condizione atta a garantire una reale e piena uguaglianza.
Hannah Arendt scrivendo della condizione umana analizza le capacità umane e la tendenza alla fuga dalla Terra che lo sviluppo tecnologico ha potenziato, generando la condizione di perdita di mondo della società moderna. I frutti sono l’alienazione e la riduzione dell’umano a cosa-oggetto. Dunque, per cambiare la situazione, bisogna partire proprio da questo luogo che, come mondo perduto è un deserto, ma che può essere trasformato per divenire di nuovo mondo, vivo, nel momento in cui intervengano due facoltà specificamente umane: la passione e l’agire. L’Agire autenticamente umano nel mondo, che è l’espressione del suo essere presente e attivo nella polis.
Maria Zambrano che è vissuta da esule, ha scelto di vivere pensando e guardando le cose attraverso l’anima, da donna, in un momento storico molto duro (guerre mondiali e guerra civile spagnola) guardando alla possibilità di una rigenerazione.
FASE LABORATORIALE
Dalle idee ai progetti. Spazio alle idee che emergono da ognuno e ognuna per acquisire alcuni elementi di base per una fase di attuazione successiva, attraverso azioni e progetti.
N.B. ogni tematica può essere ulteriormente sviluppata.
Nessun commento:
Posta un commento
Cosa ne pensi