«Io
non credo che l'amore sia la conoscenza dell'altro. Credo che, nel corso
di un amore, e non solamente nell'illuminazione iniziale, si possa
costruire un'esperienza del mondo decentrata rispetto alla visione
individuale, al narcisismo. Il mondo di cui io faccio esperienza, la mia
vita, il tempo che trascorre, sono modificati dalla presenza
dell'altro. Questo è ciò che chiamo amore. Il mondo del Due si è
sovrapposto al classico mondo dell'Uno». Cos'è davvero l'amore, perché è
da sempre al centro della letteratura e dell'arte, perché è l'orizzonte
finale della religione e della politica e più in generale delle nostre
vite, miraggio di chi lo cerca disperatamente, porto d'arrivo di chi
davvero l'ha trovato? Badiou riflette su tutto questo, osserva l'amore
da ogni punto di vista, dalla campagna pubblicitaria del sito di
incontri online Meetic alle opere di Beckett, passando per il
cristianesimo e la politica, e risponde in modo straordinario a
questioni filosofiche già poste da Platone. Oggi, racconta Badiou,
l'amore è doppiamente minacciato. A «destra» sembra essersi affermata
una concezione liberale, quella dell'amore a rischio zero, che non è che
un prolungamento ideale del matrimonio combinato e del regime del
contratto economico. A «sinistra» si staglia invece una minaccia di puro
edonismo, un'ossessione sulla propria libertà personale che nega e
rifiuta l'amore a vantaggio del solo piacere. Queste visioni liberali e
libertarie convergono infine in chi vede l'amore come un rischio del
tutto inutile, perché incapace di apportare nelle nostre vite qualcosa
di vantaggioso, o di realmente piacevole. Da queste premesse Badiou
innalza il suo toccante e sentito Elogio. Perché l'amore per questo
grande scrittore e intellettuale è l'apparizione improvvisa del «due»,
del diverso, dell'alterità. Perché è un'autentica esperienza metafisica
del tempo». Perché è l'unico rischio che ci dà la forza e il coraggio di
affrontare e rivelare a noi stessi la verità della vita.
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